ZZDICIUS/O
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- Pubblicato Sabato, 18 Marzo 2017 07:16
- Scritto da Giuseppe
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DICIUS/O
O est babbu o carr’’e linna o est mamma o cedra de palla: è babbo o carro di legna, è mamma o un graticcio di paglia (carro con graticcio pieno di paglia; il graticcio era solitamente di canne e giunchi).
Ogus pintulinus stampa cadinus, ogus braxus stampa cadaxus: occhi picchiettati buca ceste, occhi celesti buca caldaie. Sono credenze popolari.
Oi a mei cras a tui: a dì, a dì su casu: oggi a me domani a te….il formaggio (la sorte). Il termine “casu” in sardo significa formaggio, derivato da caseus latino, oppure da caso, sorte, fortuna, da casus latino. Senz’altro nell’espressione sarda si riscontrano ambedue i sensi.
Onnya cosa benit e bandat, (foras de su fueddu de Deus): ogni cosa viene e va, (fuorché la parola di Dio). Anche gli uomini, vengono e vanno, “come nuvole passeggere”, dice Rodari, e svaniscono all’orizzonte, oltre la siepe o precipitano nell’orrido immenso abisso di Leopardi, ma i grandi rimangono, nella mente dei vivi, almeno, //… e finché il Sole // risplenderà su le sciagure umane //. di Foscolo. Ma la parola di Dio non muore, se non altro, per chi crede…//brilla nel guardo errante // di chi sperando muor //. (Manzoni).
Onnyùnu scraffit s’arrùnja sua: ciascuno graffia la propria rogna. A ciascuno le proprie gatte da pelare. È proprio così, perché nei momenti del bisogno ti ritrovi solo ed abbandonato!